Anni di leggende metropolitane e misure para-scientifiche (se non addirittura fantascientifiche) hanno causato più traumi che soluzioni effettive. Sono ancora molte purtroppo le famiglie che legano le orecchie alla testa utilizzando bande elastiche o nastro adesivo, nella speranza che l’angolo tra il padiglione auricolare e la nuca si riduca d’ampiezza.

Questi metodi non funzionano, ed è impossibile correggere le orecchie a sventola, che cominciano a svilupparsi dal sesto mese di vita del feto, con metodi meccanici.

Le orecchie a sventola, come abbiamo già detto sopra, sono il risultato di un fattore genetico. È comune vedere infatti diversi membri di una stessa famiglia soffrire di questo diffuso inestetismo, senza che i rimedi all’antica siano riusciti a correggere il problema.

La conformazione del padiglione auricolare, la sua ampiezza e l’angolo che forma con la testa sono determinati da questi fattori, come è stato recentemente provato scientificamente, allo stesso modo degli occhi, della bocca, e delle altre parti del nostro corpo.

E’ possibile intervenire già in età superiore ai 2 anni.

Le orecchie a sventola si possono correggere con un intervento di otoplastica che andrà ad intervenire nell’area che causa problematicità alla postura di uno o entrambe le orecchie, con un intervento minimamente invasivo, che non richiede eccessiva preparazione pre-operatoria e che non è accompagnato, neanche in potenza, da preoccupanti effetti collaterali o complicazioni.

– Il metodo Auri

Si tratta di un rimedio “naturale” alle orecchie a sventola, ed ha goduto di una certa popolarità in rete. Si tratta di un metodo che secondo alcune riviste sarebbe da imputare a due dottori dell’Università danese di Copenhagen, prevede l’utilizzo di pinze e bande elastiche per modificare la conformazione dell’orecchio dei bambini in tenera età, ovvero tra i 2 e i 5 anni.

Si tratta di un metodo che andrebbe evitato, soprattutto se messo in pratica da genitori apprensivi che, tra le altre cose, non hanno competenze anatomiche sufficienti per stabilire l’entità del riposizionamento e del rimodellamento.

Il decorso operatorio dell’intervento di otoplastica teso a correggere le orecchie a sventola è molto leggero ed è per questo che l’intervento viene praticato senza alcun tipo di problema anche su minori.

Si avverte, nella peggiore delle ipotesi, un lieve dolore in prossimità delle suture, che vengono rimosse dopo un periodo di 10 giorni.

Durante la permanenza dei punti di sutura, al paziente verrà applicata anche una medicazione dalla forma caratteristica di turbante, che avrà la funzione di proteggere le orecchie.

È consigliata anche l’applicazione di una banda protettiva durante la notte, per un periodo variabile che va dalle 4 alle 8 settimane.

Il paziente può in ogni caso riprendere la sua routine dopo un periodo di tempo decisamente breve.

L’intervento di otoplastica è privo di rischi, e non presenta esiti cicatriziali importanti e degni di attenzione medica. Una minima cicatrice rimarrà nell’area dove sarà effettuata l’incisione, che sarà comunque coperta dalla piega naturale del padiglione auricolare, nel punto in cui questo incontra la nuca.

Si tratta di un intervento che non prevede traumi di alcun tipo, ed è effettuabile anche su pazienti particolarmente giovani, che in genere superano l’intervento senza alcun tipo di problema.

Il consulto pre-operatorio può stabilire con accuratezza il costo dell’intervento. I prezzi rispettano quelli dettati dalla Società Italiana