La ricostruzione mammaria è un intervento chirurgico che segue all’asportazione della mammella, o di parte di essa, in seguito ad un tumore o ad altra malattia.
Le nuove tecniche oggi a disposizione consentono al chirurgo di poter ricostruire una mammella molto simile nella forma e nella consistenza a quella di una mammella naturale.
Ottime le possibilità di ricostruzione per le pazienti che hanno tumori di piccole dimensioni e che quindi possono considerare l’atto demolitivo con buona probabilità come definitivo. Bisogna rilevare a tale proposito che, ora, grazie alle continue campagne di prevenzione, le donne sono molto sensibilizzate al problema e, grazie alle diagnosi precoci, sempre più di rado si osservano tumori in stato avanzato.
Successivamente al consulto, il chirurgo sarà in grado di indicare al paziente le modalità di intervento, i risultati realisticamente ottenibili e anche un prospetto dei costi da sostenere.
Nel corso della prima visita sarà eseguito inoltre un accurato servizio fotografico del paziente o della paziente per valutare l’entità dell’intervento.
Il consulto pre operatorio e la diagnosi del chirurgo sono necessarie ed indispensabili per la valutazione di ogni singolo caso.
Le possibilità sono essenzialmente tre:
1) espansione tissutale;
2) lembo muscolo-cutaneo (latissimo del dorso) con protesi;
3) lembo muscolo-cutaneo (retto addominale) senza protesi.
Espansione tissutale: è la metodica più frequentemente utilizzata e prevede l’inserimento, in una tasca sottomuscolare, di un dispositivo definito espansore tissutale. Si può eseguire sia nelle ricostruzioni immediate che tardive. Una volta sistemato il dispositivo, si procede al suo riempimento (con soluzione salina) attraverso una valvola che può essere incorporata all’impianto o posta a distanza e collegata a esso mediante un tubicino di raccordo. Il riempimento, che è eseguito ogni settimana (ambulatorialmente), determina la distensione dei tessuti. Una volta che la tasca si sia distesa a sufficienza, si procede al secondo intervento nel quale si sostituisce l’espansore con una protesi definitiva. La ricostruzione del complesso areola-capezzolo avviene in un secondo tempo.
Lembo muscolo-cutaneo di latissimo del dorso: questa metodica è utilizzata quando l’intervento demolitivo ha sacrificato gran parte dei muscoli pettorali o anche quando i tessuti del torace sono troppo poco rappresentati per sopportare un’espansione. Il muscolo è trasferito dal dorso portando con sé o meno, un’isola cutanea in modo da fornire nuova stoffa alla regione anteriore e sufficiente copertura alla protesi.
Lembo muscolo-cutaneo diretto addominale: questa metodica si attua quando si presenta la necessità di fornire stoffa alla parete toracica in seguito ad interventi particolarmente demolitivi o se la paziente rifiuta la ricostruzione con materiale protesico. Quest’intervento può prevedere il trasferimento del lembo muscolo-cutaneo anche con intervento microchirurgico. Non necessità mai dell’impiego di una protesi aggiuntiva, né di intervento di adeguamento della mammella controlaterale in quanto si può, in prima istanza, creare una mammella di forma e volume molto simile alla controlaterale.
L’intervento di ricostruzione mammaria è eseguito sempre in “anestesia generale”.
L’intervento può anche essere eseguito contemporaneamente alla mastectomia nella stragrande maggioranza dei casi, a patto che esista una collaborazione fra chirurgo generale (che compie l’atto demolitivo) e chirurgo plastico che ricostruisce. In tal modo si evita alla paziente la drammatica esperienza di vivere per un periodo della propria vita senza seno. Va rilevato, infatti, che da un punto di vista psicologico la mastectomia è un intervento devastante, colpendo la donna nel pieno della simbologia della femminilità: il seno.
- capacità e professionalità del chirurgo,quindi accurata diagnosi pre operatoria
- cicatrizzazione del paziente, che varia da soggetto a soggetto.