Ptosi Mammaria

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La ptosi mammaria è il termine medico che indica il cedimento della mammella e il suo spostamento verso il basso. Si tratta di una problematica che a causa di numerosi aspetti (fisiologici e patologici) spesso molte donne si trovano ad affrontare. La ptosi mammaria può colpire tutte le donne, e non solo quelle con un seno di dimensioni importanti. La Chirurgia Estetica moderna, è in grado di risolvere il problema con interventi rapidi e in day hospital, senza lasciare cicatrici visibili e con convalescenze alla portata di ogni paziente.

Le cause
Alcuni principali fattori che possono causare l’aspetto ptosico delle mammelle:.

  1. Età: è sicuramente un fattore che gioca un ruolo principale nella ptosi. All’interno della mammella si trovano infatti gruppi di ghiandole organizzate a grappolo, che successivamente alla menopausa, a causa dell’aumentata produzione di estrogeni, tendono a ridursi di volume. Lo spazio in questione viene riempito dalla massa adiposa, causando al seno quell’aspetto pendulo e svuotato tipico di chi soffre di ptosi mammaria.
  2. Dimagrimento: anche il dimagrimento può essere causa della ptosi, soprattutto se repentino. La mammella finisce per perdere una parte considerevole del tessuto adiposo che la riempiva e una volta svuotatasi non può che, per effetto della forza di gravità, spostarsi verso il basso.
  3. Cambi ormonali: è il caso della menopausa, ma anche di terapie basate su estrogeni, che possono ridurre il volume delle ghiandole mammarie e determinare anche in questo caso uno svuotamento della mammella.
  4. Fattori genetici: qui entra in gioco l’elasticità della nostra pelle, che abbiamo sicuramente ereditato dai nostri genitori. Nel caso di pelle elastica, la mammella tende a rimanere nella sua posizione originale più a lungo, mentre in quei casi in cui l’elasticità non è ottimale, i segni del tempo interverranno in anticipo rispetto al dovuto, causando uno spostamento prematuro del seno verso il basso.
Quando sottoporsi
Tradizionalmente la ptosi mammaria viene misurata su una scala di tre gradi, con quella di primo grado che indica i casi più leggeri e quella di terzo grado che invece indica i casi più difficili da trattare.
Come si misura la ptosi?
La ptosi viene calcolata in modo estremamente semplice. No, il vecchio sistema della matita non ha alcun tipo di validità scientifica, e non è un metodo che può portarvi a conoscenza dell’entità del problema.

Va misurata la distanza tra il solco mammario (il punto sul torace dal quale parte la parte inferiore della mammella) e il punto estremo raggiunto dalla mammella con il soggetto in posizione eretta:

  • si ha ptosi di grado lieve quando la distanza tra i due punti è inferiore ai 2 centimetri
  • si ha ptosi di grado medio quando la distanza tra i due punti va dai 2 ai 4 centimetri
  • si ha ptosi grave quando la distanza tra i due punti supera i 4 centimetri

Indicativamente il grado di ptosi mammaria è rilevante al fine di stabilire la procedura da eseguire. Generalmente, ma che l’affermazione non sia presa a verità assoluta da poter applicare in ogni caso, i primi due gradi possono essere affrontati ricorrendo ad una mastoplastica additiva, mentre nel caso di una ptosi grave, l’unica strada è nella maggioranza dei casi quella della mastopessi.

Consulto e fase pre operatoria
La visita ed il consulto da parte dello specialista, che valuterà non solo il grado di spostamento delle mammelle, ma anche la densità del tessuto, la percentuale di grasso e la dimensione delle ghiandole sono determinanti e fondamentali al fine di ricevere il miglior risultato desiderato.

Solo successivamente agli esami approfonditi il chirurgo sarà in grado di stabilire la tecnica preferita di intervento, tenendo ovviamente conto delle aspettative del paziente, che potrebbe ad esempio rifiutare una mastoplastica additiva nel caso in cui ritenesse il suo seno già piuttosto grande.

L’intervento - tecniche
Purtroppo non esistono al momento tecniche non chirurgiche che permettano di intervenire sulla ptosi. Anche lo sviluppo dei muscoli pettorali tramite palestra, ritenuto da qualcuno un rimedio efficace per riportare il seno verso l’alto, non può avere in realtà alcun effetto benefico su chi vive questa condizione.

L’unico aiuto per i pazienti è quello offerto dalla chirurgia, che negli ultimi anni ha migliorato, e di molto, le tecniche per riportare in alto le mammelle.

– Riempimento
Una mastoplastica additiva ha l’indiscutibile pregio di andare a riempire la mammella, risolvendo anche il problema causato dalla pelle che ha perso tono e che ha quindi contribuito a causare il problema.

Si usano protesi di diverse dimensioni, a seconda del grado di ptosi riscontrato nel paziente. Si tratta di una tecnica tra quelle diventate di routine per i migliori chirurghi del paese e che non comporta alcun tipo di problematica.

Per questa tecnica si sono fatti passi da gigante anche per quanto riguarda la convalescenza, che si affronta in tempi ridottissimi, permettendo al paziente di tornare a casa e alla sua vita di tutti i giorni in pochissimo tempo.

– Mastopessi
Si tratta di un intervento più evoluto e più complesso, almeno se paragonato alla mastoplastica riduttiva o additiva. La mastopessi è un vero e proprio rimodellamento della mammella, che avviene in diverse fasi e utilizzando diverse tecniche chirurgiche.

Il quadrante superiore della mammella viene riempito rimodellando il tessuto ghiandolare e la pelle poco elastica è oggetto di un lifting teso a riportare il seno verso l’alto. In conclusione di intervento, la mammella viene ancorata al muscolo, creando un nuovo legamento muscolare che impedirà alla mammella di scendere in futuro.