Mastoplastica additiva

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Questa tipologia di intervento viene eseguito per ingrandire un seno di piccole dimensioni, poco sviluppato o anche atrofico o inesistente.

L’operazione prevede un incisione, attraverso la quale viene inserita una protesi, che ha lo scopo non solo di ingrandire le mammelle, ma anche di renderle più sode e di correggerne il posizionamento.

La mastoplastica è uno degli interventi di chirurgia estetica più richiesti e ha dalla sua un progresso tecnologico e tecnico costante, che ha reso i risultati sempre più soddisfacenti e, cosa che interessa la maggioranza delle pazienti, naturali.

Chi può sottoporsi
L’intervento viene in genere consigliato a tutti i pazienti che si trovino a subire le seguenti condizioni:

  • Ipoplasia mammaria, ovvero seno poco sviluppato
  • Asimmetria mammaria evidente, ovvero quando le due mammelle sono di volume diverso
  • Seno che ha perso volume dopo l’allattamento o dopo un dimagrimento importante
  • Seni che hanno perso la forma sempre successivamente a gravidanza, allattamento o dimagrimento
Consulto pre operatorio
Nel corso della prima visita viene sempre acquisita un’accurata documentazione fotografica della paziente, utile per lo studio e la programmazione dell’intervento.

A tutte le pazienti, anche se giovanissime, oltre ai consueti esami pre-operatori è richiesta la mammografia o la risonanza magnetica, compendiata in molti casi da un’ecografia al fine di conoscere eventuali patologie pre-esistenti e di avere la memoria storica della mammella prima di essere operata.

L’intervento - tecniche
Le protesi possono essere inserite attraverso tre vie di accesso:

  • incisione sotto-mammaria: ovvero con un taglio praticato nella parte inferiore del seno, quella che incide direttamente sul petto, in prossimità della piega
  • incisione ascellare: ovvero una incisione effettuata proprio in prossimità delle ascelle, anche se si tratta di una tecnica tra le più problematiche, che richiede una estrema perizia da parte del chirurgo, pena l’andare a danneggiare in modo temporaneo o permanente le ghiandole che sono ospitate proprio in quella zona del corpo
  • incisione peri-areolare: permette di contenere il decorso cicatriziale e più in generale di operare in assoluta sicurezza

La scelta dell’approccio dipende da caso a caso o dalle preferenze del medico che opera. Noi preferiamo l’accesso peri-areolare poiché la cicatrice che da esso deriva è quasi invisibile e ben si mimetizza con il colore dell’areola.

Attraverso questa incisione è inserita una protesi di silicone che potrà essere di diversa qualità, forma e dimensione dipendente dalle caratteristiche anatomiche delle pazienti.

La protesi può essere disposta in un piano al di sopra o al di sotto del muscolo grande pettorale a seconda dei casi, preferendo quando possibile la posizione al di sotto del muscolo. In casi di interventi primari e con protesi inserite sotto il muscolo, non applichiamo quasi mai il drenaggio.

Complicazioni e rischi
La protesi sarà poi inglobata da tessuto fibroso (capsula) che l’organismo forma naturalmente nei confronti di un corpo estraneo. In alcuni casi la capsula comincia a strangolare la protesi confinandola in uno spazio sempre più stretto. Ne consegue un anomalo e fastidioso indurimento.

Alla presenza di questa complicanza, la cui incidenza è molto più alta se la protesi è stata inserita sopra il muscolo, non si potrà parlare di rigetto poiché il materiale di cui è composta la protesi, silicone nella maggioranza dei casi, è inerte e di conseguenza non può avvenire la reazione antigene-anticorpo che normalmente si verifica nei trapianti di organo.

La consistenza della mammella nei casi in cui non occorre questa complicanza sarà veramente naturale, come quando si palpa la protesi prima di essere inserita.

Anestesia
L’intervento può essere eseguito in ipnosi clinica con blocco antalgico intercostale, e il suo decorso non è doloroso anche quando la protesi è inserita sotto muscolo; la durata dell’intervento e di circa un’ora.
Chirurgia combinata
Se dopo un allattamento o una dieta dimagrante, il seno si svuota e l’areola migra verso il basso, è consigliabile associare alla mastoplastica additiva un intervento di mastopessi che ha il compito di ridurre la cute in eccesso e riportare il capezzolo nella sua sede naturale (diciotto centimetri circa dal giugulo).

In casi di patologie come il “seno tuberoso”, una malformazione che si evidenzia nelle ragazze anche in giovane età, è indispensabile, prima di inserire la protesi all’intervento della mammella patologica, correggere la deformazione.
Spesso si è in presenza di notevoli asimmetrie mammarie. In questi casi sarà utile combinare l’intervento di mastoplastica additiva su di un lato, con quello di correzione del difetto mediante mastoplastica riduttiva sul lato opposto.

Decorso post-operatorio
La paziente viene istruita a praticare l’auto massaggio con movimenti circolari e a mano piatta e dal basso verso l’alto, per spingere la protesi fino al margine inferiore della clavicola già il giorno dopo l’intervento, in occasione della rimozione delle garze medicate.

L’”early massage” insieme all’assunzione di un farmaco anti-infiammatorio (inibitore dei leucotrieni), l’Accoleit, si sono dimostrati efficaci nella riduzione del rischio di complicanza della contrattura della capsula con il conseguente indurimento del seno, che in alcuni casi si può verificare solo da un lato.

Costi
Il consulto pre-operatorio può stabilire con accuratezza il costo dell’intervento. I prezzi rispettano quelli dettati dalla Società Italiana.

Faq

Per dubbi o per avere maggiori informazioni, sono disponibili le FAQ: le domande più frequenti raccolte dal Prof. Camillo D’Antonio circa le esigenze dei pazienti.